La Balestra

Le antiche origini della balestra sono dubbie,alcuni storici la fanno risalire all’invenzione della Balista greca, altri ad antichi documenti cinesi che proverebbero il suo uso in Cina sin dal 341 a.c.
La balestra “da braccio” fu introdotta in Europa dalle popolazioni sassoni,che iniziarono a farne uso intorno al 500-600 dopo cristo e fa la sua comparsa sui campi di battaglia attorno al 900-1000, e rimarrà un arma letale sulla lunga distanza anche dopo l’avvento della polvere da sparo. Fino alla comparsa delle prime armi da fuoco nel rinascimento, la balestra è stata l’arma più devastante che un milite poteva utilizzare. Infatti, ha un potere di penetrazione tale da forare le armature dei cavalieri. Inoltre, l’addestramento per il suo utilizzo, rispetto all’arco, risultava più breve.
Di balestre ne esistevano vari tipi e anche di verrette, è come oggi un pò con le pistole che esistono di vari calibri e arrivano a distanze diverse.
C’è da dire che la balestra era precisa e potente, ma aveva il “difetto di essere lenta”, cioè un balestriere impiegava molto più tempo a caricare la sua arma rispetto ad un arciere. Questo difetto veniva ovviato usando la balestra dall’alto delle mura cittadine o fortificazioni di castelli dove il balestriere aveva tempo di ricaricarla in tutta sicurezza. Spesso il balestriere era seguito da un pavesaro che durante la battaglia lo proteggeva con un grande scudo e azionava il girello per caricare l’arma al balestriere.
La balestra nel medioevo risultò così micidiale che papa Innocenzo II nel 1139 ne vietò l’uso fra cristiani (chiaramente ammessa contro i mussulmani).
 

Vari tipi di balestra

Balestra a crocco: prendeva tale nome dal gancio a staffa di cui era fornita per tendere l’arco, con congegno a leva;
Balestra a e da leva: si caricava con la leva, da cui prese il nome. La leva si componeva di un braccio di ferro biforcato verso il mezzo della sua lunghezza, ed all’estremità ripiegato a mezzo cerchio, con uno o due ganci snodati che, afferrata la corda, facendo girare i due rami sui perni di ferro posti ai lati del teniere, traevano ed appiccavano la corda stessa alla tacca della noce. Era anche un’arma dei balestrieri a cavallo, con minori dimensioni e con la leva fissata sul teniere;
Balestra a martinello: era generalmente una balestra di grosse dimensioni che si caricava con un grosso martinello;
Balestra a molinello: era così chiamata una balestra di maggiori dimensioni delle altre, e quindi molto potente: per farla funzionare occorrevano vari uomini e per tendere l’arco occorreva un grosso e forte congegno, dal quale appunto l’arma stessa traeva il nome un argano. Era arma da posta e si adoperava a difesa delle mura.
Vi erano poi le balestre con altri nomi, secondo la nazione ove era stata fabbricata, secondo il modo di caricarle e la loro forma; oppure anche secondo il proiettile che lanciavano:
Balestra a staffa: si caricava con i crocchi e colla leva, premendo però con il piede su una staffa. Di questa balestra erano armati i balestrieri genovesi alla battaglia di Crecy nel 1346, e a quella d’Azincourt nel 1420;
Balestra a un piede o a due piedi: si caricava con la forza di uno o di due piedi;
Balestra a bolzoni: era una balestra che lanciava una freccia chiamata bolzone;
Balestra a bussola: aveva una girella contenuta entro una scatola tonda a mo’ di bussola;